Su “Cell Reports Medicine” nuovo studio per il diabete mellito di tipo 1

Pubblicato su “Cell Reports Medicine” nuovo studio che identifica nuovi biomarcatori per il trattamento personalizzato del diabete mellito di tipo 1. Il paper dal titolo “A set of circulating microRNAs belonging to the 14q32 chromosome locus identifies two subgroups of individuals with recent-onset type 1 diabetes” è a cura del team di ricercatori guidato dal professor Francesco Dotta, ordinario di Endocrinologia all’Ateneo senese e direttore della UOC Diabetologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, che ha il laboratorio di ricerca Fondazione Umberto Di Mario presso la Toscana Life Sciences. I firmatari della pubblicazione sono: Guido Sebastiani, Giuseppina Emanuela Grieco, Marco Bruttini, Stefano Auddino, Alessia Mori, Mattia Toniolli, Daniela Fignani, Giada Licata, Laura Nigi, Caterina Formichi, Alberto Pugliese, Carmella Evans-Molina, Lut Overbergh, Timothy Tree, Mark Peakman, Chantal Mathieu e Francesco Dotta.

Lo studio, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del progetto INNODIA e dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Centro Nazionale “Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA” ha permesso, grazie all’utilizzo di una tecnologia avanzata di sequenziamento dell’RNA che necessita di pochi microlitri di sangue, di individuare un gruppo di microRNA circolanti che potrebbero diventare preziosi strumenti diagnostici e prognostici per il diabete.

“I microRNA – ha commentato il professor Guido Sebastiani, associato di Medicina di Laboratorio all’Università di Siena e primo autore dello studio – sono piccole molecole di RNA che regolano molti processi biologici, collegate all’insorgenza e alla progressione del diabete mellito di tipo 1. In questo lavoro abbiamo analizzato i microRNA presenti nel sangue di un ampio gruppo di persone affette da questa malattia, rivelando un insieme di microRNA derivanti da una specifica regione del cromosoma 14, nota come 14q32, e che è anche associata al rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 1”.

“La ricerca – ha aggiunto il professor Francesco Dotta – ha identificato potenziali biomarcatori che potrebbero cambiare il modo in cui comprendiamo e trattiamo il diabete di tipo 1. Questa scoperta, unita all’evidenza che anche il diabete mellito di tipo 1 è una malattia eterogenea, offre speranza per terapie più mirate e personalizzate e quindi per un migliore trattamento della malattia nel prossimo futuro. Sottolineo inoltre che, a oltre un secolo dalla scoperta dell’insulina, a oggi l’unica terapia possibile nei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1, si stanno finalmente sviluppando strategie terapeutiche mirate a proteggere le cellule beta del pancreas, bloccando quelle cellule del sistema immunitario responsabili della comparsa della malattia”.